Mai sentito parlare del dottor Faust? Fu il tizio che vendette l’anima al Diavolo in cambio di ventiquattro anni di piena grazia e faville. Lui può baciare (e anche di più), quell’incomparabile bellezza di Elena di Troia e fare ogni genere di cose che a voi o a me, probabilmente piacerebbe fare, se nessuno ci guardasse.
Immaginatelo: assecondare completamente e totalmente ogni capriccio edonistico; ogni piacere che viene alla mente e al corpo. Avere tutto ciò che si vuole, quando si vuole: una vita, quasi, di gratificazione istantanea e di piaceri senza fine. Datemene un po’. Evviva!
Oh, aspetta…
C’è un prezzo da pagare….
Quando venne il momento che il Diavolo raccogliesse il suo credito, come era stato concordato, il dott. Faust dovette consegnare la sua anima terrena. Faust era arrivato a credere davvero di poterla fare franca; che non avrebbe mai dovuto pagare per soddisfare tutti i suoi appetiti per così tanti anni. E che prezzo da pagare! Dannazione eterna, punizione senza fine. Ops!
Perché mentre il dottor F. si divertiva e si divertiva ancora, vivendo un sogno tutto rock and roll, il nostro eroe non aveva pensato all’eternità….Ahhh se il povero dottor Faust avesse usato un po’ di controllo delle sue pulsioni. Ma non dovremmo giudicarlo troppo severamente; in fondo, chi tra noi non ha ceduto ad un impulso e ne ha dovuto pagare le conseguenze?
Siamo tutti dottor Faust (potenzialmente)
Il patto faustiano. Questo patto con il “Diavolo” non è forse tanto una storia, quanto uno schema illustrativo di ciò che accade sempre, in tutti i luoghi, in tutti i tipi di persone. L’avidità, la lussuria, o semplicemente l’abitudine a cedere all’impulso senza riflettere sulle conseguenze, può portare alla miseria in tutte le sue forme.
Leggete le notizie di oggi e vi garantisco che troverete il dottor Faust sotto le spoglie di un uomo politico, con la sindrome dell’arraffare o dello scandalo sessuale o di una qualsivoglia celebrità, drogata. Oppure il dottor Faust potrebbe essere un grosso bancario che sta portando la sua banca (come se fosse davvero sua) sull’orlo del tracollo, un imprenditore che fa carte false per vincere una gara d’appalto, etc.etc.
Godere ora, pagare dopo, per poi essere scioccati od oltraggiati da quanto si deve pagare (guardatevi dentro per favore e siate onesti). Questo è il classico patto con il “diavolo”. Il bello è che dinanzi all’evidenza e per giustificarci, ci definiamo “ingenui” o “sfortunati”. Le persone devono affrontare il proprio inferno personale come conseguenza di decisioni precedenti.
Un problema è che il “diavolo” può presentarsi sotto forma di quell’amico allegro che continua a offrirti sigarette anche mentre cerchi di smettere, o quello che ti aiuta in una situazione economica di difficoltà e poi ti presenta il conto del peggior strozzino. Gli infiniti dolcetti zuccherini tra un pasto e l’altro che fanno aumentare le probabilità che la tua glicemia voli in altro insieme alle frecce tricolore, facendoti ammalare ed ingrassare. Sì, “il diavolo” può essere affascinante, attraente, seducente e convincente.
E per di più, molti di noi sono stati alimentati da una sorta di mentalità del tipo “se lo voglio, dovrei averlo” dalla società in cui viviamo. Grazie, Società!
La cultura del “vivi ora, paga dopo”
La recente ideologia del “se ti fa sentire bene, fallo”, che cavalca sulle spalle del consumismo di massa, non aiuta certo. Con la scomparsa della religione e la crescente sensazione che “ora è tutto ciò che c’è”, alcuni, si sono bevuti l’idea che il piacere personale e le scorciatoie verso una felicità fragile e fugace siano davvero tutto ciò che conta nella vita.
Il ragionamento dei giovani poi: Vivere velocemente, morire giovani e chi se ne frega….
Ok, tutto questo potrebbe andare bene se il fare ciò che ci fa sentire bene e l’abbandonarsi all’autoindulgenza producessero davvero felicità (piuttosto che una sorta di fugace sballo emotivo da zucchero), ma tutte le prove dimostrano che, un basso controllo degli impulsi tende a portare ad una maggiore infelicità, ad una salute mentale più scarsa e ad un aumento delle malattie indotte dallo stile di vita e ad una morte precoce.
Quindi come puoi prendere le redini dei tuoi impulsi e non cedere sempre alle pulsioni che non portano a nulla di buono?
1) Pensate a quali impulsi volete controllare in anticipo
Spero di non apparire come una sorta di persona noiosa e che non si abbandona ogni tanto ai propri impulsi (magari!), dato che con questo articolo potrei essere frainteso. In realtà, l’impulsività non è sempre un male; certo che non lo è. È bello a volte essere spontanei, non dover considerare ogni piccola decisione in modo logico e analitico.
L’impulsività può aiutarti ad aprirti ad opportunità che a volte perderesti se non avessi agito d’impulso. A volte dobbiamo fidarci delle nostre decisioni affrettate e delle nostre intuizioni.
Ma se il vostro controllo degli impulsi è debole in aree che portano a conseguenze negative a lungo o addirittura a medio termine, allora dovete essere preparati prima che questi impulsi si manifestino, in modo da poterli affrontare efficacemente quando appaiono.
e quindi…
Scrivete gli impulsi che volete controllare. Fatelo ora.
Assicuratevi nella vostra mente quali impulsi vi stanno conducendo alla dannazione eterna – scusate, volevo dire vi stanno conducendo a situazioni non proprio salutari .
2) Prima che l’impulso prenda piede, pensate a dove possono portare le conseguenze.
Se il dottor Faust si fosse seduto e avesse davvero pensato bene a quali sventure avrebbe portato la scelta di vendere la sua anima per qualche anno di piacere forse, sarebbe stato meno tentato, a firmare una cambiale con il Diavolo.Sappiamo bene che saltare da un quinto piano (anche se cadere potrebbe essere divertente), ci porterebbe ad un atterraggio non proprio gradevole. Sappiamo il prezzo da pagare – e c’è sempre un prezzo. A volte è questo che ci ferma: una reale consapevolezza delle conseguenze.
Quindi, che si tratti di fumo, di comportamenti sessuali rischiosi, di gioco d’azzardo o di insulti impulsivi ad ogni occasione, sedetevi e pensate davvero a tutte le possibili – anche probabili – conseguenze a lungo o breve termine di queste azioni. In questo modo, si può esercitare il più sofisticato e recente (in termini evolutivi) sviluppo del cervello: i lobi prefrontali, che sono lì in parte per un vantaggio a lungo termine e per un pensiero più ampio.
3) Non cercare scuse per la tua impulsività
Fumare “una sola” sigaretta o ingoiare “una sola” ciambella alla nutella sembra innocuo perché è “una sola“. Sappiate che non è solo una, ma è una su molte altre. E ne basta una sola per ribaltare l’equilibrio e causare conseguenze catastrofiche.
Pensateci. Il cancro può crescere nel tempo, un fumatore su due che fuma a lungo termine si ammala di cancro ai polmoni.
Arriva il punto in cui il cancro può iniziare o meno.
E poi, bam! Quella, “un’altra” sigaretta fa saltare l’intero equilibrio.
Dimenticate “una sola” e pensate all’ “ultima goccia che ha rotto la schiena al cammello”, perché quella vi porta più vicino o addirittura alle conseguenze che vi attendono. Trovare delle scuse sulla banalità di un piccolo gesto perché non succede niente, equivale a mentire a se stessi.
4) Non mentire a te stesso
Quando siamo consumati dall’avidità o ci sentiamo in altri modi emotivamente costretti a seguire un impulso, spesso cerchiamo di giustificarlo inventando motivi per cui è davvero giusto arrendersi. Mentiamo a noi stessi.
Siamo onesti. Se davvero non riesci a resistere a quella delizia che ti induce a mangiare ancora, invece di dire a te stesso che lo stai facendo solo per educazione, accettando l’ennesima fetta di torta o porzione di lasagne da tua moglie o da tua suocera, prova un po’ di rinfrescante onestà dicendo: “Va bene, la mangerò per un breve periodo di piacere e perché, mantenermi in salute, non mi interessa affatto!”
Ecco, ora almeno sai chi sei in questa situazione o in situazioni simili. E con chiarezza arriva la possibilità di una sorta di potenziale “salvezza” (visto che sono su questo tema faustiano).
5) Uscire dall’impulso
Immaginate l’impulso che vi colpisce, che sta per afferrarvi e afferrarvi ancora, ma… prima che lo faccia, ne siete fuori e liberi! Gli impulsi sono ‘ipnotici’, in quanto restringono e focalizzano, quindi dirigono totalmente la nostra attenzione e possono farci dimenticare tutti gli altri pensieri, sentimenti, o considerazioni.
A parte la storia del dottor Faust, la chiamata a tenere a freno i tuoi impulsi non è tanto moralistica quanto funzionale. Si diventa più efficienti, efficaci e felici quando si padroneggiano o almeno si ha un certo controllo sugli impulsi indisciplinati che cercano di distruggere i piani a lungo termine. In ultima analisi, dovete decidere se volete vivere in grado di controllare i vostri impulsi o se volete esserne schiavi.
Il dottor Faustus e i milioni di noi che sono caduti nella stessa trappola hanno ceduto all’accordo, sia che si trattasse di fumare, di mangiare “cibo” terribile o di spendere in modo sconsiderato. I rischi possono ripagare, ma l’impulso cieco tende a bandire il calcolo corretto dalla valutazione del rischio. A differenza del povero dottor Faust, io e te abbiamo ancora tempo… speriamo.
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